Piccolissima recensione su “LOL: chi ride è fuori”

Tutti ne parlano, “LOL chi ride è fuori” è di sicuro il fenomeno del momento. Il nuovo programma di Amazon Prime ha sicuramente colto nel segno. Il momento del lancio, del resto, non poteva essere più giusto, è più di un anno che la gente è tempestata da pessime notizie a causa della pandemia e finalmente arriva qualcosa di nuovo e spensierato.

L’idea è originale, in stile Grande Fratello, un gruppo di 10 comici sono rinchiusi all’interno di uno studio televisivo; a loro disposizione un camerino pieno di oggetti di scena da poter utilizzare per le proprie gag e un palco sul quale esibirsi. Unica regola è: vietato ridere, chi ride viene eliminato.
Al vincitore vanno 100.000 Euro da devolvere in beneficenza.

Far ridere gli altri senza ridere a loro volta. Un’impresa titanica soprattutto quando tra i presenti ci sono comici del calibro di Pintus, Elio e Lillo.

Dove sta la cacca allora? Eccola:

Incomprensibile la scelta di Amazon di affidare la trasmissione al duo Fedez e Maionchi. In pratica sembra di trovarsi di fronte ad una trasmissione di Sky, sarebbe stato invece bellissimo vedere qualche volto meno inflazionato. Magari, Sky per Sky, perché non Cattelan? Sarebbe stato più divertente vedere lui in trasmissione che un ultra-trentenne che si muove per lo studio con un triciclo shining-style vestito come un ragazzino di sedici anni.

Andreotti diceva: A pensar male si fa peccato, però spesso ci si prende.
A giudicare le decine e decine di influencer che in queste due settimane si sono prodigate per invadere i flussi delle timeline social con migliaia di post, vien da chiedersi: quanti sono stati pagati per farlo?
Si spera pochi, semplicemente perché un programma del genere non ne avrebbe avuto bisogno.
Guai poi a muovere qualche critica. Rimarrà negli annali degli editoriali la stroncatura di Aldo Grasso e tutta la merda che gli hanno tirato addosso. Quasi come se si fosse obbligati a pensarla tutti allo stesso modo.

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“LOL: Chi ride è fuori” merita di essere vista per la sua idea originale che è alla base, ma non aspettatevi le grasse risate che tutti dicono di aver fatto. È un programma leggero che ogni tanto strappa un sorriso. Ma non è un format italiano (è giapponese), su Amazon infatti si trovano le versioni lanciate in tutte le altre nazioni e grossomodo si somigliano un po’ tutte. Anzi, a volerla dire tutta, in alcuni casi ci sono persino le stesse gag.

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Per concludere un mio personale appello ad Amazon Prime. La televisione classica è destinata a sparire tra qualche anno, oramai è una forma di intrattenimento seguita solo da persone di una certa età, perché allora non affidarsi a dinamiche pubblicitarie nuove e a volti nuovi? E soprattutto perché non lasciar riposare in pace parole oramai defunte che speravamo di non riascoltare mai più come “LOL”?
Nel 2021 “LOL” non si può sentire, è un colpo al cuore.

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