La storia del Judo, dalla sua nascita alla sua morte

Il Judo è forse, tra le arti marziali, uno delle più recenti. È lo sport che ho praticato, e insegnato, per anni ed è una disciplina a cui devo veramente tanto per i valori che mi ha trasmesso.

Brevi cenni storici

Kanō Jigorō - WikipediaJudo è l’unione di due parole giapponesi Ju () “Cedevolezza” e Do () “Via“, la “via della cedevolezza” che sta ad indicare l’arte dello sfruttare la forza avversaria a proprio vantaggio.

L’ideatore del Judo è stato Jigoro Kano, nato nella città di Mikage (Kobe) nel 1860.

Dovete immaginare che proprio in quegli anni, nel 1871, cadde l’ultimo shogun (signore della guerra, ovvero i capi che si dividevano il dominio del Giappone) e questo diede il via ad una profonda riorganizzazione della società giapponese che portò, non solo ad un’apertura agli usi ed i costumi del mondo occidentale, ma anche al superamento del sistema feudale e al rinnegare alcuni dei simboli legati alla propria storia.

Furono vietate le spade ai samurai e di conseguenza se ne sancì l’estinzione.

Ben presto discipline legate al mondo del combattimento come il Ju-Jitsu e il Kendo si avviarono sulla strada del declino, con un esercito armato con fucili e pistole non aveva più senso la pratica delle antiche arti marziali.

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La leggenda narra che Jigoro Kano fosse un ragazzo mingherlino al quale fu consigliato la pratica del Ju-Jitsu al fine di rinforzarsi. Non solo lo praticò con successo, ma da studioso sentì l’esigenza di creare un proprio stile e così, nel 1882, fondò il Kodokan e di fatto il Judo.

Jigoro Kano in pratica ripulì il Jujitsu da tutte le techiche ritenute pericolose come calci, pugni e numerose leve e lo rese uno sport al passo con i suoi tempi, composto prevalentemente da innocue tecniche di proiezione.

Judo GoKyo

Ma il bello del Judo è che non è solo attività fisica, Judo è una filosofia di vita che ti insegna come affrontare le cose nel modo giusto, insegna come sfruttare le situazioni a proprio vantaggio.

Comunque la scommessa del Maestro Kano si dimostrò vincente e ben presto la sua “creatura” divenne la disciplina sportiva tra le più praticate nella terra del Sol Levante.

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Con l’arrivo e la fine della Seconda Guerra Mondiale, grazie ai marinai, la pratica del Judo inziò a farsi conoscere in giro per il mondo e nel 1964 divenne sport olimpico.




La trasformazione occidentale

Nel giro di poco nel mondo aprirono numerosissimi dojo ispirati dal Kodokan e, per renderlo uno sport ancora più alla portata dei bambini occidentali, vennero effettuate le prime modifiche alla sua struttura. Ad esempio il sistema delle cinture venne arricchito di tanti colori al fine di rendere le progressioni di grado più rapide e gratificanti.

Tra gli anni ’70 e ’80 abbiamo poi assistito alla sua massima espansione. Ricordo ancora le mie partecipazioni a gare come i campionati italiani. Palazzetti dello Sport gremiti di pubblico e atleti, iniziavo le operazioni di peso il sabato a ora di pranzo e la sera alle 22 stavo ancora combattendo sul tatami e questo era solo per cercare di qualificarmi alle fasi finali di Roma. Che ricordi e quante mazzate.

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Tra gli anni 80 e 90, le palestre di tutto il mondo si sono riempite di piccoli judoka e questo ha poi portato alla prima modifica dei regolamenti da parte della Federazione Internazionale di Judo (IJF) come il vietare alcune tecniche ai bambini per renderlo ancora più sicuro. Fin qui nulla da ridire.

Il problema è che poi l’IJF ha iniziato a prenderci la mano, ma andiamo per gradi.

Con il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, nacquero numerosissimi nuovi stati che avevano intenzione di mostrare il proprio potenziale al mondo intero e quale occasione migliore se non le olimpiadi?

Come un fallo a gamba tesa si riversarono nel Judo numerosissime scuole sovietiche di Sambo, un’arte marziale praticata dall’Armata Rossa, che ripulita dai calci risulta in tutto e per tutto simile al judo .

Risultato? In breve tempo russi, georgiani, kazaki etc. hanno iniziato, nel decennio, a fare incetta di medaglie; il tutto a danno delle scuole storiche (soprattutto giapponesi). Cosa fare allora?

Divieti, divieti e ancora divieti

Ecco quindi che arriviamo agli anni 2000. L’IJF inizia a vietare l’esecuzione di numerose tecniche per svantaggiare gli atleti provenienti dal Sambo preservare i valori fondamentali del Judo.

Nel 2010 arrivano ancora altri divieti, vengono di fatto cancellate tutte le tecniche con prese alle gambe e viene ridisegnata l’area di combattimento. Per la federazione internazionale Judo deve diventare uno sport spettacolare da guardare in TV.

Ora, per quanto possa amarlo come sport, devo essere sincero: Judo non sarà mai uno sport spettacolare.

lo è per chi lo pratica, ma per il telespettatore medio risulterà annoiante ed incomprensibile. Laddove noi del settore vediamo tecniche, gli altri vedono solo due tizi che si strattonano con un vestito strano.

Nelle palestre sono sempre meno i bambini che lo praticano e le gare affollate di gente sono solo un lontano ricordo. Le federazioni e i comitati regionali, poi, non hanno fatto nulla per tutelare le figure dei maestri, oggi una categoria quasi estinta. I dojo si sono riempiti di insegnati tecnici provenienti dal mondo dell’agonismo (spesso con cinture nere ricevute in “dono”), ben lontano dai principi filosofici del Judo.

Il Judo di oggi è una lotta greco-romana in kimono e niente più. I tanti divieti imposti dal regolamento hanno decimato le numerose tecniche contenute nel gokyo e lo hanno reso uno sport monotono e di difficile comprensione; come conseguenza a tutto questo è aumentata l’emorragia di atleti che pian piano si sono e si stanno riversando in sport più divertenti e con meno regole.

L’IJF e le federazioni tutte, sono colpevoli di aver reso questa disciplina uno sport diverso da quello ideato da Jigoro Kano, sono colpevoli di aver cancellato decine di tecniche rendendolo uno sport più povero e meno vario, sono colpevoli di averlo portato dalle stelle alle stalle.

La cosa più grave è di aver abbandonato la filosofia che c’era in origine, di aver molltato per strada tutti coloro che amavano praticarlo a livello amatoriale e di aver dato importanza unicamente al settore agonistico.

Spero vivamente che qualcuno ai vertici si ravveda prima che sia troppo tardi o prima che Jigoro Kano risorga solo per riempire di calci in culo tutti coloro che con la politica hanno rovinato questo sport.

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