Le 5 cose che penso per evitare discussioni

Guida per non discutere con un cretino

Evitare discussioni non è facile. Lo sanno tutti: il mondo è bello perché vario, ma poi chissà perché ti accorgi di essere circondato da una caterva e strunz’ (dirlo in napoletano,credetemi, dà più soddisfazione).

Qual è il modo corretto quando, volente o nolente, ci si ritrova in una discussione sterile con qualche imbecille? Alzare la voce, e quindi mettersi allo stesso livello, nella maggior parte dei casi non porta ai risultati sperati, anzi si corre il rischio di passare per imbecilli a nostra volta. Cosa fare allora?

Io ho trovato dei modi tutti miei, senza alcuna valenza scientifica, ma che però di solito funzionano:

1Contare fino a 10

Consultazioni, parla Salvini e Berlusconi tiene il conto dei punti concordati - Corriere TV

È il sistema più banale per evitare discussioni. Funziona solo quando sono poco arrabbiato; spesso ho dovuto contare anche fino a 20 per poi scoprire di aver solo ritardato l’incazzatura di venti secondi. Nelle fasi iniziali di una discussione vale la pena fare questo primo tentativo ma il successo non è assicurato.

 

2Piccoli gesti che possono fare la differenza

Ho contato fino a 10 ma non è servito, è in questo preciso istante che allora unisco pollice ed indice (somiglia al gesto con cui si intende dire “un poco”), è il mio modo di indicare a me stesso, con un gesto che solo io posso comprendere, lo scarsissimo valore della persona che ho di fronte. Questo modo di prenderlo per il culo (le mie dita restano così per tutta la discussione in bella vista) mi aiuta ad allentare la tensione, anzi quasi mi porta a sorridere perché penso di continuo a questa frase: “Tanto vali, strunz’!”

3Death Note

Ho contato fino a 10 ma non è servito. Ho fatto il mio gesto me nemmeno questo ha funzionato, la discussione si protrae più del necessario: che fare allora? Qui scende in campo la mia fervida fantasia. Immagino di possedere un Death Note, e prometto a me stesso, non appena fatto ritorno a casa, di scriverci sopra il nome della persona che ho di fronte. Nell’anime (il mio preferito) esattamente 40 secondi dopo aver scritto il nome della persona odiata questa muore di infarto. Lo so, sono macabro, ma questo è uno dei miei sistemi che più funziona, anzi quasi mi sento soddisfatto nell’immaginarlo.

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4Momenti immaginari di ordinaria follia

The land of Gods and Monsters — Edward Norton on the seet of Fight Club, 1999

Ho contato, niente. Ho fatto il mio gesto, niente. Ho scritto il suo nome sul death note della mia mente, niente. La discussione sembra non voler terminare. È a questo punto che la mia fantasia diventa davvero sadica. Inizio ad immaginare la scena di me che con la mano gli prendo la testa e a ripetizione, per tutta la durata della discusione, gliela faccio sbattere contro il muro. Craniate su craniate, lo so non serve a un cazzo ma non so perché mi fa stare meglio.

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5Una scelta importante

Niente da fare, non c’è verso di chiudere. A questo punto c’è una scelta da fare: o si passa alle mani (con tutti i rischi del caso) oppure si può fare una cosa spiazzante: dargli ragione. Esatto, avete letto bene! Perché vedete, se della persona che avete davanti davvero non ve ne frega un cazzo, allora l’unico interesse perseguibile deve essere quello che la discussione termini il prima possibile. Senza ripercussioni.

 

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