Da grandi ricchezze derivano grandi responsabilità

La natura umana è davvero strana, sposiamo una causa fin quando ci fa comodo e, se miglioriamo la nostra condizione, ci dimentichiamo di tutti coloro che sono rimasti indietro.

Si dice che siano tutti comunisti fin quando non diventano ricchi, femministe fin quando non si sposano e che siano tutti atei fin quando l’aereo non comincia a cadere.

Divertente o no, trovo che questo aforisma sia il triste specchio della nostra società. Sposiamo principi per opportunismo, poi raggiungiamo l’obiettivo e quando ci voltiamo, pensando a chi è rimasto dietro, pensiamo: Ma che me ne fotte!

Nord-Sud

Prendiamo la questione nord/sud e su quanto sia stato stupido l’aver creduto che la questione meridionale fosse per l’appunto un problema solo meridionale. Il nord ha puntato il dito contro il sud dal dopoguerra in poi, il sud si è autofagocitato a causa delle mafie e quando quest’ultime hanno finito il banchetto si sono inevitabilmente spostate al nord. Ciò che prima poteva essere fermato sul nascere è oggi parte del tessuto politico, industriale e sociale italiano e non c’è più possibilità di poter tornare indietro.

Africa

Per anni abbiamo depredato l’Africa. In principio abbiamo rubato materie prime e rapito schiavi, poi ci siamo evoluti e abbiamo iniziato a destabilizzare nazioni, a vendere armi, a finanziare signori della guerra. Del resto a noi ricchi occidentali che ce ne fotte? È una ghiotta occasione per fare denaro.
E come è andata a finire?
Che paesi instabili e perennemente in guerra esportano ogni anno migliaia e migliaia di profughi che tentano di migliorare la propria vita cercando di arrivare in occidente. Ogni anno l’Europa spende milioni di euro per cercare di arginare inutilmente il fenomeno delle traversate della morte.

La Pandemia

Anno 2020, il pianeta fa i conti con la pandemia di coronavirus. Momento storico, tutto il mondo si unisce nella lotta al covid e, a tempo record, arrivano i primi vaccini e la relativa corsa per vaccinare velocemente le popolazioni delle proprie nazioni. Tutto bellissimo, ma c’è un solo problema: le nazioni più ricche hanno il vaccino, quelle povere no e così, mentre alcuni popoli vedono un netto calo di contagi e morti, in paesi meno fortunati, e a cui nessuno ha pensato, si assiste a scene pari a quelle dei film post apocalittici. Alla fine il virus muta e minaccia nuovamente i paesi ricchi. E ci si ritrova punto e a capo.

È la storia del famoso cetriolo di Corrado Guzzanti che fa il giro e poi torna dietro.

Fottersene degli ultimi è come avere un dito del piede che va in cancrena e sbattersene le palle perché tanto è solo un dito del piede. Il problema e che poi non passerà molto tempo prima di dover amputare la gamba intera.

Ma lo stesso lo abbiamo fatto con il nostro pianeta, lo abbiamo inquinato a suon di che me ne fotte e adesso ne paghiamo il prezzo. Lo abbiamo fatto con la Cina, prima abbiamo sfruttato la loro manodopera a basso costo e ora che si sono arricchiti e alzano la voce in politica estera internazionale, ne abbiamo timore.

Il tempo è galantuomo e i problemi degli ultimi diventeranno sempre ed inevitabilmente i problemi di tutti.

Non dimentichiamo cosa esclamò Maria Antonietta quando le fecero notare che il popolo francese protestava perché aveva bisogno di pane:

Che mangino brioche!

(Un modo originale per dire che me ne fotte!)

Alle fine le tagliarono la testa.

La questione è che il “Che me ne fotte!” funziona sempre per troppo poco e finisce sempre col trasformarsi in una zappa sui piedi.