Restituitemi la fiducia nel genere umano

Restituitemi la fiducia nel genere umano! Non sono mai stato amante della vita sociale né tantomeno dei rapporti sociali. Il problema è che non li so, e non mi so, gestire. Per timore di aprirmi troppo preferisco non aprirmi proprio. Se dovessi trovare un motto sarebbe sicuramente:

Per colpa di qualcuno, non si fa amicizia con nessuno.

Spesso ho riposto troppa fiducia nel prossimo ed è finita male e quindi, semplicemente, non mi va più di sperimentare sulla mia pelle. Ho perso la fiducia nel genere umano. Le persone spesso fraintendono troppo facilmente. Gli dai un dito? Si prendono la mano, altre volte il braccio e altre ancora si prendono tutto. Sei troppo educato? È un difetto! Sei troppo buono? Sei un coglione!

Una delle cose che non ho mai tollerato è la confidenza, detesto quando capita che qualcuno fraintenda la mia disponibilità e la mia educazione ed inizi a prendersene troppa. Io non lo faccio con il prossimo e pretendo che il prossimo non lo faccia con me. Quando succede rimetto le cose a posto e cancello per sempre le persone dalla mia mente con la stessa facilità del “rimuovi amico” di Facebook.

Col tempo però ho imparato e raggiunto un equilibrio che mi permette almeno di tollerare le persone che mi circondano. Sembrava troppo bello per essere vero e infatti è durato fino a febbraio 2020. Il mese in cui è cominciato l’incubo della pandemia.
Da allora il mio giudizio e la mia tolleranza verso il prossimo è definitivamente, e temo irrimediabilmente, crollata.

In tre mesi di lockdown rigoroso e rispettato da tutti avremmo sconfitto la pandemia di qualunque malattia e invece siamo ancora qui, nella stessa identica situazione, con la differenza che nel frattempo è trascorso un anno. Per colpa di chi?

“Laggente”

Lasciamo da parte le critiche giustissime, ma scontate, alla politica piena di quaquaraquà. Il problema vero è la gente; quella che, credendosi più furba del prossimo, si sente in diritto di poter fare il cazzo che le pare. La stessa che da quando è iniziata questa storia ha portato la propria aggressività ai massimi livelli; individui che il rispetto del prossimo non sanno nemmeno dove stia di casa; che crede di sapere tutto  – e invece non sa niente – e non perde occasione per ostentarlo.
Li vedi che, nonostante tutto, non si sforzano di cambiare di una virgola i loro comportamenti. Nonostante siano trascorsi più di 365 giorni; il numero impressionante di vittime e contagi e migliaia di persone stiano perdendo il proprio posto di lavoro.

E allora mi chiedo: come faccio a perdonare? E come potrei continuare ad avere la stessa soglia di tolleranza che con tanta difficoltà avevo raggiunto?
Temo di non potere e questa cosa mi spaventa.

In quest’anno di reclusione al regime di semi 41/Bis, sono cambiato. Lo stare isolato, lontano dal prossimo, ha iniziato a piacermi di più, ci ho preso gusto. Anzi, più leggo le cazzate che la gente tuttologa scrive sui social, più vengo a sapere di episodi bizzarri di cui le persone si rendono protagoniste e più non riesco a trovare ragioni per aver voglia di uscire di casa. Mi rendo conto che in un certo qual modo mi sto trasformando un hikikomori. Un hikikomori particolare però.

Leggi anche: Hikikomori - Il mondo in una stanza

A voler essere onesti però, dopo un anno inizio a sentirmi stretto tra le pareti di casa. È come se mi mancasse l’aria. Ho voglia di uscire ma non ho voglia di uscire.
Che bellezza! In pochi mesi ho raggiunto un triste record personale: due disturbi comportamentali diametralmente opposti. In pratica mi sto trasformando in un hikikomori con problemi di claustrofobia.

E questo è un cazzo di guaio.

Processo reversibile?

Questo, chiamiamolo, disagio personale in cui mi trovo non credo sia un caso isolato, anzi, sono convinto che in questi mesi si sia diffuso a macchia d’olio. Sostanzialmente perché le brave persone non ne possono più di cazzate, di mancanza di senso civico, di mancanza di empatia, di anaffettività. C’è urgente bisogno di una ventata di ottimismo. Ho la necessità che mi sia restituita la fiducia nel genere umano.

Spegnete le cazzo di televisoni, smettete di leggere giornaletti che si spacciano per quoitidiani nazionali. Due categorie che hanno fatto soldi a palate grazie a questo virus.

Smettete di sentirvi in diritto di avere un’opinione – non richiesta – su qualunque cazzo di argomento pretendendo pure di avere sempre ragione. Fatevi una cura completa di umiltà in supposte. Perché vedete, qualcuno dovrà pur dirvelo che:


AVETE ROTTO IL CAZZO!


Resta aggiornato sugli ultimi articoli scritti
Clicca qui per seguire il Blog su Telegram
Clicca qui per seguire il blog su Twitter